Cosa sono gli attacchi di panico? Cosa fare? Quali sono i sintomi e le possibili cure, terapie e rimedi?
Gli attacchi di panico, conosciuti anche come crisi d’ansia, si manifestano come episodi di improvvisa ed intensa paura, con un progressivo aumento dell’ansia. L’attacco di panico inoltre manifesta sintomi chiari e riconoscibili, come palpitazioni, tremori, dolore al petto, sudorazione improvvisa con brividi o vampate di calore, nausea, sensazione di soffocamento, vertigini, paura di morire o di impazzire.
L’attacco di panico è un’esperienza davvero forte, e chi lo ha almeno una volta sperimentato lo descrive come una sensazione terribile, che lascia dietro di sé la forte paura che si ripresenti. Proprio in quella paura risiede il vero e proprio disturbo di panico, che da’ il via ad un circolo vizioso e ad una fobia particolare: l’agorafobia, ovvero la paura di trovarsi in luoghi o situazioni dai quali risulterebbe difficile o imbarazzante allontanarsi, o nei quali si potrebbe trovare difficoltà a reperire aiuto.
Ne consegue che chi presenta il disturbo delle crisi di panico difficilmente riesce ad uscire da solo, utilizzare i mezzi pubblici o guidare, ma anche ritrovarsi in luoghi chiusi o affollati, diventando così succube delle proprie paure. Inoltre quella sensazione di inadeguatezza e quella dipendenza dagli altri (perché comunque ci si ritrova a “costringere” i familiari a non lasciarci mai da soli e ad accompagnarci ovunque), può condurre la persona ad uno stato di depressione (link all’articolo sulla depressione)
Disturbo di panico: diagnosi
Il primo attacco di panico si presenta in maniera inaspettata ed improvvisa, per cui il soggetto si spaventa moltissimo, e spesso si reca al pronto soccorso perché non sa comprendere di aver subito un attacco di panico. Dopo il primo, generalmente, gli attacchi diventano prevedibili e riconoscibili. Per diagnosticare il disturbo di panico è sufficiente aver sperimentato almeno due attacchi di panico.
Attacchi di panico: cause ricorrenti
Gli attacchi di panico scaturiscono solitamente da periodi di forte stress, ed alcuni eventi possono far precipitare il problema, e non necessariamente l’evento scatenante è spiacevole. Infatti anche cambiamenti positivo come il matrimonio, la convivenza o la nascita di un figlio possono destabilizzare la persona soggetta agli attacchi di panico. Altri eventi precipitanti sono le separazioni, le perdite o le malattie di una qualsiasi persona importante per il soggetto, l’essere vittima di una qualche forma di violenza, i problemi lavorativi o finanziari.
Una persona predisposta può andare incontro ad attacchi di panico durante i periodi stressanti ed in presenza di situazioni agorafobiche, ma ci sono anche eventi insospettabili che possono scatenare un attacco d’ansia, come il caldo e le condizioni climatiche umide, ma anche le droghe psicoattive.
Attacchi di panico: sintomi
Quanto dura un attacco di panico? L’attacco di panico, come abbiamo visto, ha un’insorgenza improvvisa, raggiunge il suo apice entro 10 minuti e dura circa una ventina di minuti.
Tra sintomi degli attacchi di panico tipici possiamo annoverare:
- Palpitazioni/tachicardia
- Paura di perdere il controllo o di impazzire
- Sensazioni di sbandamento, instabilità, capogiri e vertigini
- Tremori fini o a grandi scosse
- Sudorazione
- Sensazione di soffocamento
- Dolore o fastidio al petto
- Sensazioni di derealizzazione (percezione del mondo esterno come strano e irreale, sensazioni di stordimento e distacco) e depersonalizzazione (alterata percezione di sé caratterizzata da sensazione di distacco o estraneità dai propri processi di pensiero o dal corpo)
- Brividi
- Vampate di calore
- Parestesie (sensazioni di intorpidimento o formicolio)
- Nausea o disturbi addominali
- Sensazione di asfissia (stretta o nodo alla gola)
In ogni caso, per la diagnosi di attacco di panico, non è detto che si verifichino tutti i sintomi elencati, e l’intensità dei sintomi può essere condizionata dalla frequenza con cui si presentano gli attacchi. Quindi attacchi di panico molto frequenti possono presentarsi con sintomi più lievi rispetto agli attacchi che si verificano più sporadicamente.
L’aggravante di questi sintomi è senz’altro la paura nata dai pensieri catastrofici incontrollati che si verificano durante l’attacco di panico. La persona colpita riscontra difficoltà a pensare lucidamente, e attribuisce ai sintomi una pericolosità smisurata, temendo la presenza di malattie latenti e pericolose per la vita. Spesso gli esami clinici e le rassicurazioni dei medici non bastano a scacciare via questi pensieri, ed addirittura alcune persone pensano che i sintomi dell’attacco d’ansia indichino che si stia impazzendo.
Attacchi di panico: cura.
Terapia cognitivo-comportamentale e uso di farmaci
La più efficace terapia è di tipo psicologico, ovvero la psicoterapia “cognitivo-comportamentale“. Si tratta di una psicoterapia breve, con appuntamenti a cadenza solitamente settimanale: il paziente in queste chiacchierate un ruolo attivo nella ricerca della soluzione del proprio problema. Il terapeuta farà in modo da trasferire nella mente del paziente le modalità di pensiero e di comportamento più funzionali alla cura degli attacchi di panico, così da fargli apprendere come spezzare i circoli viziosi del disturbo.
Non è consigliabile affidarsi alla cura farmacologica o ad altre forme di psicoterapia senza passare prima dalla terapia cognitivo-comportamentale, che è la forma di trattamento che l’intera comunità scientifica ha dimostrato essere la più efficace per la cura degli attacchi di panico.
I farmaci con i quali si trattano alcuni casi di disturbo di panico che non hanno risposto alla terapia cognitivo comportamentale sono di due tipi: benzodiazepine e antidepressivi, spesso impiegati in associazione. I farmaci sono sconsigliati, salvo casi specifici, perché rischiano di dare forte dipendenza e di mantenere il disturbo, soprattutto se non si effettua parallelamente una psicoterapia.
Uno specialista, in ogni caso, comprenderà l’intensità del disturbo, e saprà indirizzare il paziente verso la terapia appropriata. Non intervenire tempestivamente può aggravare il problema, e prendere tempo nell’attesa che il disturbo sparisca da solo è di solito controproducente e vede l’intensificarsi del problema. Se tu in prima persona (o un tuo caro), hai sperimentato almeno due attacchi di panico, non esitare a contattarmi per un’anamnesi del tuo caso specifico. Intervenire in tempo è il primo passo verso una rapida guarigione.